Estratti tematici dall'Opera di Maria Valtorta
Sezione: Santissima Croce - Preziosissimo Sangue








estratti tematici presenti nella pagina: quindici (15) - data utimo aggiornamento: 6 aprile 2025
Se il mio Sangue fosse più amato e venerato, più invocato e creduto, molto del male che vi porta all’abisso sarebbe scongiurato.
Ma per la milionesima volta vi dico, in verità, che solo coloro che sono segnati dal mio Sangue, e che vivono non nemici ma amici del Cristo Crocifisso, vedranno nell’ora della morte sorgere l’aurora del giorno eterno, dove ogni tribolazione finisce e subentra la beatitudine di possedere per sempre Iddio, senza veli e senza limitazioni.
Chiedo che il mio Sangue sia amato e usato per gli infiniti bisogni delle anime.
Non lasciate infruttuoso questo oceano di potenza le cui onde sono date dal mio Sangue.
Il mio Sangue, chiamato con ira su se stessi dai miei nemici e accusatori, non ha perduto le sue duplici qualità di perdono e di condanna.
Passano i secoli, figlia, ma Io e tutto quanto è mio resta in un eterno presente.
Quanto sangue, Maria!

E l’ho sparso da per tutto, per santificare tutto e tutti.

Anche in questo mio soffrire e sanguinare in più luoghi è il suo perché, che voi non indagate ma che Io, per la festa della Croce, ti voglio rivelare.
L’ho sparso nel Getsemani, orto e uliveto, per santificare la campagna e le opere della campagna.

L’ho sparso là per santificare la terra e i lavoratori della terra, in cui sono compresi anche i pastori delle diverse specie di animali concessi dal Padre all’uomo per aiuto e sostentamento dell’uomo.
Ho sparso il mio Sangue nel Tempio, poiché ero già ferito da pietre e bastoni, per santificare nel Tempio di Gerusalemme il Tempio futuro, il cui cemento si iniziava in quell’ora: la mia Chiesa e tutte le chiese, case di Dio, e i ministri di esse.
L’ho sparso anche nel Sinedrio perché esso, oltre che la Chiesa, rappresentava anche la Scienza.

E solo Io so di quanto bisogno di santificazione ha la scienza umana, che usa di sé per rinnegare la Verità e non per credere sempre più ad Essa vedendo Iddio attraverso le scoperte della intelligenza vostra.
L’ho sparso nel palazzo di Erode, per tutti i re della Terra, investiti da Me del supremo potere umano per la tutela dei loro popoli e della moralità dei loro stati.
E così ho sparso il mio Sangue nel Pretorio dove risiedeva l’Autorità.
Ho imporporato di una sempre maggior aspersione di sangue i soldati flagellatori per infondere alle milizie quel senso di umanità nella dolorosa evenienza delle guerre, malattie maledette che sempre risorgono perché non sapete estirpare da voi il veleno dell’odio e inocularvi l’amore.
Il mio Sangue ha bagnato le vie della Città, stampando orme che, se più non si vedono, sono rimaste e rimarranno eternamente presenti nelle menti degli abitatori dei Cieli altissimi.

Ho voluto santificare le vie dove tanto popolo passa e tanto male si commette.
Ma l’ultimo Sangue non fu sparso sulle zolle, sulle pietre, sui volti e sulle vesti, in luoghi dove l’acqua di Dio o la mano dell’uomo lo poteva lavare e sperdere.

L’ultimo Sangue, raccolto fra il petto ed il cuore che già si gelava e sgorgato per l’ultimo spregio - perché nel Figlio di Dio e dell’Uomo non restasse una stilla di liquido vitale ed Io fossi realmente l’Agnello sgozzato per l’olocausto accettevole al Signore - l’ultime gocce del Sangue mio non sono andate disperse.

C’era una Madre sotto quella Croce!

Una Madre che finalmente poteva stringersi al legno della Croce, tendersi verso la sua Creatura uccisa, baciarne i piedi trafitti e rattratti nell’ultimo spasimo, e raccogliere nel suo velo verginale le estreme stille del Sangue del suo Figlio che gocciavano dal costato aperto e rigavano il mio corpo senza respiro.
Quel Sangue non s’è perduto.

Esso c’è e vive e splende sul velo della Vergine.

Porpora divina sul candore verginale, sarà il gonfalone di Cristo Giudice nel giorno del Giudizio.
Ripeto il mio desiderio.

Siano fatte molte adorazioni alla Croce che è il trono di potenza di Gesù Salvatore vostro.

Come il serpente innalzato sulla croce aveva potere di guarire gli ebrei, così Io, Colui che è immortale, innalzato sulla Croce, avrò potere di mettere in fuga ciò che vi spaurisce e tormenta, perché Io sono il Signore della vita e della morte e posso mettere vita dove già è incombente morte e vincere la morte richiamando alla vita.